La Termografia clinica ha attraversato periodi di alterne vicende
negli anni ’70 quando venne impiegata con ampia profusione
di sforzi in una mirìade di applicazioni diagnostiche,
con il risultato di raccogliere anche alcuni risultati deludenti;
il motivo risiedeva nelle parziali limitazioni delle apparecchiature
allora disponibili ed anche nella eccessiva dose di ottimismo
divulgativo che accompagnava a quel tempo alcune applicazioni
molto innovative.
In passato esisteva la netta demarcazione tra la teletermografia,
così indicata perchè con l’uso di termocamere
effettua riprese a variabile distanza, e la termografia
“a contatto”, così chiamata perchè
utilizzava lastre flessibili con cristalli fotocromatici, da apporre
sulla superficie interessata. Quest’ultima tecnica, attualmente
in disuso, è oggi presente prevalentemente per indicazioni
molto semplici di termometria (non per termografia); si osservi
qui accanto la foto di due gadget: un termometro di superficie
ad uso ludico e la sua versione da tavola, per la temperatura
“di servizio” e degustazione di vini, (o meglio per
la temperatura della bottiglia).
Al momento la dizione Termografia
si riferisce alla teletermografia in qualunque campo di applicazione.
Eliminate dagli studi le aspettative sperimentali fuorvianti e
calibrati gli strumenti verso settori sempre più concreti,
si sono aperti nuovi orizzonti. Negli ultimi anni la termografia
clinica ha avuto una fugace ed in parte imprecisa notorietà
sociale per alcune sue applicazioni specialistiche nella individuazione
di casi di S.A.R.S. (controllo
di Soggetti al transito doganale).
La Termografia
clinica ha visto recentemente nascere e crescere nuove
strumentazioni più idonee alle recenti richieste diagnostiche
ed applicative, con il risultato di poter fornire un valido supporto
diagnostico non solo morfologico ma soprattutto funzionale in
una casistica selezionata in diversi settori della Medicina.
La Termografia
industriale è utile nelle diagnosi preventive
e predittive di deperimenti e guasti ed ha ampliato il settore
delle indagini non distruttive.
La Termografia
ambientale, ai fini
igienistici (che, unitamente
ad alcune applicazioni della Termografia clinica, costituisce
un settore operativo di questo Studio Medico) esprime la
sua utilità grazie ai risultati che da tempo si sono evidenziati
nei campi applicativi dell’Edilizia,
dell’Industria,
dell'Ambiente
e della Sicurezza
(sia Safety che Security).
Un ulteriore sviluppo della termografia
in Igiene ambientale ha incontrato l’evoluzione
del concetto di Sick building
syndrome (SBS) o “Sindrome dell’edificio malato”
e di Building related illness (BRI), in cui la presenza
di una o più anomalie della patologia
edilizia è correlata in diversi gradi all’insorgenza
di malattie acute o croniche per
gli abitanti o gli utilizzatori degli edifici.
Nel 1984 un rapporto del preposto Comitato dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità suggeriva che circa il trenta per
cento degli edifici nuovi o ristrutturati
in tutti i Paesi del mondo potesse essere causa
di eccessivi disturbi della Salute degli abitanti, correlati alla
qualità dell’aria negli "ambienti confinati"
(spazi abitativi chiusi o limitati).
Lo stesso dato era presente in un articolo del Dott.
Giancarlo Corti pubblicato su “Dossier di Protezione
Civile e Ambiente” nel gennaio 1992, in cui si poneva in
evidenza la necessità di impostare con una rinnovata metodologia
il controllo dell’Igiene
negli ambienti confinati.
Oggi, infatti, in piena era della climatizzazione
degli appartamenti e dopo la diffusione dei cosiddetti
deumidificatori, il migliore
approccio al problema dell'individuazione dell’umidità
domestica e in ambienti
confinati è la tecnica
termografica.
Il presente della termografia è in evoluzione verso molti
orizzonti, che spaziano dalla grande industria alla nostra casa:
sono tutti obiettivi importanti, che rientrano nelle competenze
di ...
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Le foto di due gadget:
un termometro di superficie ad uso ludico e la sua versione
da tavola.
Per il Settore Operativo di Infortunistica
questo Studio Medico
ha dato vita nel 2004 ad
una Campagna Guida Sicura,
diretta ai giovani :
“Don’t
drink and drive”
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